pubblicato da GRACCO Silvana (DIRIGENTE SCOLASTICO) 09/05/2012 14:05:34
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Intervista a Stefania De Carlo , studentessa modello nell'epoca dei socialnetwork Di seguito l'intervista rilasciata dalla nostra Stefania De Carlo al Quotidiano della Basilicata.
Orazio ai tempi dello studio 2.0
Fenomenologia dello studente modello di oggi
Stefania De Carlo, del Flacco, vincitrice del Certamen, tra opere classiche e vita ai tempi dei social. «Certo che ancora sono attuali questi autori, ma perchè aver paura della tecnologia?»
09/05/2012 MAGLIETTA, jeans, piercing e una cresta che non puoi non notarla. «Mi chieda l’amicizia, chè le foto le prendiamo da Facebook». Connessa sempre - o quasi - («no, in classe non mi distraggo»), ti guarda con gli occhi sgranati e un sorriso grande così. «Dovendo scegliere, penso all’ode a Lalage, dulce ridentem, dulce loquentem, io sono così», come scriveva Orazio. Classe ’94, Stefania De Carlo (in foto) della secchiona tutto vocabolario e scrivania ha davvero poco. Ha vinto la ventiseiesima edizione del Certamen horatianum, traducendo meglio di altri studenti – tutti eccellenze - un brano dell’Ars poetica dell’autore lucano. Grande soddisfazione al liceo classico Quinto Orazio Flacco, che festeggia anche per un bel quarto posto ottenuto da un’altra allieva, Giuliana Capece.
«Un po’ di fortuna, ammetto», si schernisce Stefania. Quel brano lo aveva incontrato nel corso della preparazione, durante le ore extra che la scuola ha proposto agli studenti con la media migliore per prepararsi alla gara venosina.
«Sì, ho studiato, ma non ci ho sbattuto la testa. La mia vita è fatta anche di altro». Passa con tranquilità e senza spocchia dalla citazione di Catullo al racconto di una serata tipo. Spiega quanto conti l’educazione della famiglia («se sono serena, è per l’ambiente che trovo a casa» e per un legame speciale con la sorella Tiziana). Ragiona di tecnologia e nuovi modi di stare al mondo. «Non comprendo chi dice che la tecnologia ci rovinerà, che ci farà male. Il mondo va avanti, è un processo inarrestabile. E la tecnologia è solo uno strumento. Tutto sta nell’uso che ne facciamo, nella misura». Ancora una volta, come diceva Orazio.
«Davvero, dagli autori classici si impara tanto, io mi porto ogni giorno dietro il patrimonio che raccolgo al liceo». E che ha reinterpretato nel concorso di traduzione sbaragliando più di cento concorrenti, arrivati in Basilicata anche dall’estero. Prima la traduzione, poi il commento su stile, generi letterari e metafore. «Ma certo che sono dibattiti e argomenti attuali». Servono, spiega, anche nell’era del linguaggio cambiato e delle relazioni che vivono in modalità online. «La mia comunità è reale, ma i social media sono uno strumento importante di comunicazione, per stringere legami, mantenere amicizie, informarsi. Ancora una volta, tutto sta nella modalità».
Su Facebok sempre, meno spesso su Twitter, le chiaccheiarte su Skipe e internet come canale utile allo studio. «Proprio per prepararmi al Certamen, almeno come primo approccio, ho utilizzato la rete, indagando, cercando notizie, informazioni. Ma sono stata sempre molto attenta alle fonti. Vanno verificate, così non si rischia di incappare in nozioni poco attendibili».
Ecco il metodo della studentessa 2.0 che non ha paura degli ebook, naviga con lo smartphone, sfoglia i libri di carta e si immerge completamente nel patrimonio classico, costruendo continuamente un ponte tra il sapere antico e la contemporaneità. «Anticonformista al punto giusto», perché le piace, dice, essere diversa. Sa di dover dimostrare nei fatti e forse di dover credere un po’ di più in se stessa. «E’ la vera sfida della nostra generazione, sa? Siamo spesso cresciuti iperprotetti, senza troppe battaglie da fare. Ma per favore, non generalizzate, che tra di noi c’è anche chi sa andare avanti contando sulle proprie forze e mettendo a frutto insegnamenti e bagaglio culturale». Stefania si porta dietro quello del Flacco, pensando al futuro e vivendo immersa in un presente digitale. Aveva ragione Orazio, tutto sta nella misura.
Sara Lorusso
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